Bilinguismo: la grande opportunità per tuo figlio

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Quante volte hai sentito parlare di bilinguismo ed avresti desiderato esserlo? Quante volte lo studio di una lingua ti è risultata difficile ed invidiavi il tuo amico o compagno di scuola che aveva la madre inglese e parlava in perfetto British?

Quante volte hai trovato un annuncio di lavoro in cui veniva richiesto a caratteri cubitali “cerchiamo bilingue” e dover rinunciare a candidarsi per questo “piccolissimo” dettaglio.Quante volte hai sentito dire che la lingua del futuro è il cinese? Il cinese? Impossibile da apprendere dirai!  Effettivamente in età adulta risulta tutto molto più difficile per diverse ragioni.

Sono certa però che guardando al futuro dei tuoi figli, ti ritroverai in una di queste situazioni.

Scommettiamo? Accetta la sfida e leggi i tre punti che seguono:

  1. Siamo genitori italiani, viviamo in Italia ma vorremmo mettere nostro figlio nelle condizioni di parlare perfettamente una seconda o terza lingua
  2. Siamo un coppia di nazionalità mista e non sappiamo come gestire la questione linguistica: “parliamo al bambino ognuno con la propria lingua madre o questo potrebbe creargli problemi?”
  3. Siamo una famiglia italiana che vive all’estero o una famiglia straniera che vive in Italia: “con quale lingua dovrei parlare a mio figlio?”

Ho vinto? Non avevo dubbi! Bene, continua a leggere ed oltre a trovare alcune informazioni scientifiche e fondate, ti racconterò l’esperienza di chi si è trovato nella tua stessa condizione e di come ha gestito la situazione.

Rassicurazioni: rendi tuo figlio bilingue, non te ne pentirai mai

Inizio raccontandoti un’esperienza che ho vissuto da vicino. Uno dei miei più cari amici ha padre italiano e madre argentina. Ebbene, non ha mai imparato lo spagnolo, purtroppo. Sua madre non gli ha mai insegnato la sua lingua natia per colpa delle insegnanti che, per profonda ignoranza dell’epoca, l’hanno scoraggiata a proseguire il percorso linguistico che aveva iniziato, ovvero di parlare lei in spagnolo e il padre in italiano.

Le maestre sostenevano che il bambino fosse lento nell’apprendimento e che la doppia lingua stesse creando solo confusione e problemi. Oggi ha 35 anni, parla la propria lingua madre (l’italiano) ed ha un buon livello di inglese conquistato con sforzi, studio ed esperienze all’estero, impiegando tanto tempo e fatica. Dello spagnolo poco o nulla, purtroppo. Quando sua madre mi raccontò questa storia rimasi allibita. Che grande opportunità avevano perso e quanta ignoranza c’era.

Oggi non solo questo mio amico avrebbe il grande orgoglio di parlare perfettamente italiano e spagnolo con impeccabile accento natio, ma avrebbe imparato l’inglese e qualsiasi altra lingua avesse voluto con molta meno fatica e con risultati migliori.

Per fortuna, studi scientifici ed inconfutabili dimostrano che imparare in tenera età due o più lingue, non crea nessun deficit nell’apprendimento, nessun ritardo o balbuzia, come si credeva un tempo piuttosto solo enormi vantaggi. Vantaggi sul campo lavorativo, culturale e della salute.

Vantaggi del bilinguismo

  • Essere bilingue moltiplica esponenzialmente le opportunità di lavoro
  • Dona un’apertura mentale non indifferente ritrovandosi a gestire più culture
  • Permette di avere una maggiore capacità di concentrazione: sia un bambino che un adulto bilingue, dovendo tenere sotto controllo due o più registri linguistici, saranno quindi in grado di tenere gestire anche altri aspetti della vita selezionando la soluzione migliore alla situazione, così come avviene nella scelta della lingua da usare
  • Le persone bilingui sviluppano demenze senili più tardi degli altri soggetti

L’età per il bilinguismo

Non esiste un momento perfetto nel quale iniziare ad imparare due lingue. Il bambino in tenera età apprende tutto come un gioco, senza i costrutti e preconcetti mentali di un adulto e per tali ragioni non farà nessuna fatica ad imparare due o più lingue simultaneamente.

Tendenzialmente, prima si inizia meglio è.  Più si cresce più diventa difficoltoso soprattutto per quel che riguarda la pronuncia, motivo per il quale gli esperti consigliano di iniziare l’approccio non oltre gli 8 anni di età. Tuttavia non è mai troppo tardi e ogni momento è un’opportunità in più per tuo figlio.

Tempi di apprendimento

Quel che stava succedendo al mio amico non era una rallentamento dell’apprendimento, come sosteneva la maestra, piuttosto stava imparando nella stessa quantità di tempo il doppio delle informazioni. Per tale ragione non bisogna aver paura se rispetto a bambini monolingui tuo figlio potrà apparire un passo indietro, è assolutamente fisiologico e devi avere pazienza. In breve tempo si riallineerà in tutte le lingue di competenza raggiungendo lo stesso livello.

Paure e preoccupazioni

Dato che i bimbi bilingui impiegano più tempo ad acquisire la totale padronanza della lingua rispetto ai bimbi monolingui, spesso i genitori si preoccupano che questo possa essere indice di altri problemi come la dislessia. Non c’è alcun legame tra le due cose e per tale ragione basterà somministrare dei test specifici per verificare o meno la dislessia sul bambino. Se avete dei dubbi in tal senso, chiedete il parere di uno specialista. In ogni caso, il bilinguismo non crea nessun effetto di peggioramento o miglioramento su un soggetto dislessico.

Bilinguismo: definizione e percezione nella società

L’autorevole enciclopedia Treccani, parla di bilinguismo avvalendosi delle parole di Weinreich (2008) il quale definisce bilingue la persona che usa alternativamente due lingue; e così Grosjean (2008), che parla di everyday bilinguals, cioè di persone che usano due lingue nel corso delle loro attività quotidiane.

Bilinguismo simultaneo

Si ha bilinguismo simultaneo quando il bambino in età precoce o infantile apprende due lingue contemporaneamente. Questo si può verificare ad esempio quando un bimbo nasce da due genitori di nazionalità diverse ed entrambi parlano al piccolo utilizzando la propria lingua madre.

Quando mamma e papà parlano due lingue diverse: la storia di Giancarlo (italiano), Nastassia (bielorussa) e del piccolo Pavel

Giancarlo e Nastassia sono due musicisti. Violoncellista italiano lui, violinista bielorussa lei, si sono innamorati proprio in orchestra durante una delle loro turnée in giro per l’europa. Subito dopo le nozze hanno deciso di vivere in Italia ed in poco tempo è venuto al mondo il bellissimo Pavel.

“Sin da subito -dice Nastassia- io e Giancarlo eravamo d’accordo che Pavel avrebbe parlato con ognuno dei propri genitori la propria lingua madre, così da dargli l’opportunità di abbracciare entrambe le culture.

Pavel non ha mai dimostrato nessuna difficoltà anche perché era evidente che per lui parlare in russo o italiano fosse la stessa cosa. Per noi però era importante che con me parlasse esclusivamente in russo e con suo padre in italiano, ad eccezioni delle situazioni in cui sono presenti altre persone per cui tutti parliamo italiano ( e lui corregge il mio italiano!!!).  Sin dalle prime parole, per chiedere dell’acqua ad esempio, si rivolgeva a me chiedendola in russo o a suo padre in italiano, senza alcuna confusione tra le due lingue. Naturalmente, all’inizio essendo io la unica a parlare in russo, aveva più stimoli in italiano, ma questo non mi ha fermata ed ho insistito.

Oggi Pavel ha 6 anni, frequenta la prima elementare italiana ed il sabato la scuola russa della nostra città. Parla entrambe le lingua con accento perfetto. Tutte le sere la nonna in Bielorussia via Skype e grazie alla scuola sta imparando a scrivere e leggere in cirillico (anche se già conosceva l’alfabeto dall’età di 3 anni).

Durante la recita di natale della scuola russa a preso parte ad uno spettacolo che inscenava storie tradizionali ed è stato per me momento di grande orgoglio e commozione. Mio figlio è sia italiano che russo al 100%.

Addirittura, quando era molto piccolo, per anni abbiamo vissuto diverse stagioni musicali in Austria e lì, grazie ad una baby sitter locale, aveva iniziato a capire e parlare il tedesco. Aveva tra i 2 e i 4 anni.

Ha una grandissima capacità di memorizzazione e concentrazione ed è affascinato dalle altre lingue. L’altro giorno mi ha chiesto << mamma, tu sai come si dice buongiorno in francese? Bonjour!!!>>”

Bilinguismo successivo

Si parla di bilinguismo successivo quando invece, sempre in tenera età, si apprende prima una lingua e successivamente un’altra.

Questo si può verificare ad esempio quando ci si trasferisce in un paese diverso da quello di origine della propria famiglia o nel caso in cui sin da tenera età si viene inseriti in una scuola internazionale in cui si parlano più lingue contemporaneamente.

Un portoghese, cresciuto a Lugano: la storia di Silvio

Silvio è un ragazzo che posso definire quadri-lingue e tipico esempio di quel che vuol dire apertura mentale, culturale, tolleranza verso le diversità e nessuna difficoltà nell’arricchire il proprio bagaglio linguistico partendo dal bilinguismo.

Ci siamo conosciuti durante il nostro Erasmus in Spagna ed ero certissima fosse italiano. Invece no, nato da genitori portoghesi in Portogallo, aveva vissuto fino agli 8 anni a Lugano, quindi Svizzera italiana. Durante questo periodo ha sviluppato non solo il bilinguismo italiano-portoghese, ma grazie al metodo scolastico svizzero ha imparato nel tempo a parlare e scrivere fluentemente inglese. Per lui è stato davvero semplicissimo imparare da adulto lo spagnolo, non solo grazie alla similitudine con le altre due lingue madre, ma grazie al fatto di possedere un’elasticità mentale tale da permettergli di captare velocemente i costrutti grammaticali ed arricchire il proprio vocabolario.

Oggi Silvio lavora nel web marketing e nel social media marketing in Germania, Lavora in lingua inglese e gestisce mercati italiani e spagnoli nel proprio settore. Ha una splendida carriera davanti a sé ed un futuro ricco di opportunità ed esperienze da fare. Tutto questo lo dovrà in gran parte alle sue competenze linguistiche e anche grazie a questo oggi ho un vero amico in più nel mondo.

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