Il prurito in gravidanza, specie nel terzo trimestre, è un sintomo abbastanza diffuso e poco preoccupante.
Ma se soffri spesso di prurito incontrollato a mani è piedi, è il caso di parlare con il medico.
Potrebbe trattarsi di colestasi gravidica: una malattia abbastanza rara e innocua se tenuta sotto controllo.
Se ti hanno diagnosticato questa lieve patologia (tra un po’ vedremo come riconoscere i sintomi), non essere troppo in ansia.
Può scatenare complicazioni solo se non viene tenuta sotto controllo.
Cos’è la colestasi gravidica?
È una malattia che colpisce il fegato e si manifesta normalmente nel terzo trimestre di gravidanza, anche se potrebbe comparire in qualsiasi dei nove mesi.
Sintomi della colestasi gravidica
Il sintomo principale della colestasi gravidica è il prurito.
Non un sintomo transitorio che va via, ma costante e incontrollabile.
Si scatena sopratutto nelle parti terminali degli arti del corpo quindi alle mani e ai piedi, ma potrebbe irradiarsi a tutto il corpo.
Da non confondersi con il prurito tipico dell’ultimo trimestre, localizzato nell’addome o nei fianchi.
È del tutto normale che la pelle della pancia o dei fianchi sottoposta a dilatazione possa seccarsi e prudere, specialmente se usi delle fasce molto strette alla pancia.
In questo caso non c’è nulla di cui preoccuparsi. Prova a cambiare il detergente per il corpo o applica più spesso una crema/olio idratante, meglio se a base di vitamina E.
- Spray olio secco
- per cute secca o arrossata su superfici ampie e su...
- 100 ml
- Prevenzione della secchezza cutanea
- Cute secca o arrossata
- Screpolature da agenti esterni
- Contribuisce a mantenere e migliorare la barriera...
- Lipogel a base di Vitamina E
- Ceramidi, acidi grassi, fitosteroli
Il prurito tipico della colestasi non presenta puntine o arrossamenti, se non dopo continuo sfregamento da parte tua per attenuarlo.
Si manifesta maggiormente la sera piuttosto che di giorno e non migliora in seguito alla somministrazione di antistaminici.
Gli antistaminici sono dei farmaci e quindi vanno assunti solo sotto indicazione medica. Anche se rientrano nella categoria dei farmaci di automedicazione (senza obbligo di prescrizione), in gravidanza è sempre bene assumerli sotto controllo del ginecologo.
Altri sintomi, meno comuni sono:
- feci chiare;
- urina scura;
- ittero;
- affaticamento;
- riduzione del senso di fame;
- dolore all’altezza del fegato.
I sintomi della colestasi gravidica non lasciano traccia dopo il parto, ma in caso di una seconda gravidanza c’è da aspettarsi che possa tornare
Diagnosi della colestasi gravidica
La diagnosi della colestasi gravidica viene fatta con un normale esame di sangue.
Si vanno a valutare attraverso il prelievo, alcuni parametri epatici, tra cui le transaminasi, che risultano lievemente aumentate e i sali biliari, che invece avranno un rialzo più forte.
In ogni caso sarà il medico ad indicarti gli esami più adatti e richiedere qualche altro tipo di accertamento. Evita di fare dei controlli senza averlo prima interpellato.
Problemi per la mamma e per il bambino
In caso di colestasi gravidica non trattata, i danni sarebbero sia per la mamma che per il bambino.
La mamma oltre al prurito potrebbe avere dei difetti della coagulazione del sangue e quindi essere esposta durante al parto a facili emorragie.
Per questo motivo spesso viene integrata la vitamina K che influisce sui fattori della coagulazione.
Il bambino potrebbe andare in sofferenza, fino a subire danni irreparabili.
Proprio per questo si tende ad anticipare la data del parto, in una settimana che va dalla 36esima in poi o comunque dopo che si sia sviluppato per bene il sistema polmonare.
Terapia della colestasi gravidica
In realtà non esiste una vera terapia per questa patologia.
È necessario un continuo controllo da parte del medico. Le linee guida dicono che per le gravidanze di mamme affette da colestasi si tende a programmare un parto anticipato di qualche settimana.
Questo perché dei valori epatici alti nella mamma potrebbero portare la liberazione di meconio (prime feci) del bambino in ambiente uterino prima del parto. Il meconio rilasciato potrebbe essere ingerito e determinare una situazione abbastanza pericolosa.
Così come pericolosa potrebbe essere l’alterazione della coagulazione per la mamma. Infatti, come detto prima, si integra la vitamina K per scongiurare emorragie durante il parto.
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