La gravidanza extrauterina o ectopica è un fenomeno molto raro che può trasformarsi in un’esperienza traumatica per la donna in attesa. Per diverse ragioni il feto non si sviluppa nella sua sede abituale: l’embrione si annida fuori dall’utero, in una delle tube oppure nel collo dell’utero, nelle ovaie o nella cavità addominale. In queste condizioni la gravidanza non è destinata a proseguire. Si interrompe spontaneamente (aborto), mediante un intervento chirurgico oppure con cure farmacologiche.
Cos’è una gravidanza extrauterina
Per comprendere meglio il concetto facciamo un passo indietro. Com’è noto l’ovulo fecondato, o embrione, risale la tuba di Falloppio impiantandosi dopo 6-10 giorni all’interno dell’utero.
Nel caso di una gravidanza extrauterina, invece, il percorso è diverso. Potrebbe annidarsi in modo anomalo nel collo dell’utero, nelle ovaie, nella cavità addominale (seppur raramente) o nella tuba.
Quest’ultima eventualità si rivela potenzialmente pericolosa per la donna. Infatti, la tuba non potendo accogliere il feto si lacera con conseguente emorragia interna.
Una diagnosi precoce può avere risvolti positivi, riducendo il rischio di mortalità. A volte una gravidanza extrauterina può essere asintomatica e diagnosticata solo a seguito dei controlli di routine.
Solitamente i primi sintomi si avvertono dopo la sesta-ottava settimana con frequenti dolori addominali, pelvici ed alla spalla, sanguinamenti vaginali, alterazioni del ciclo mestruale, fastidi durante la minzione ed i movimenti intestinali.
Le cause più comuni di una gravidanza extrauterina
I motivi di una gravidanza extrauterina sono diversi. Solitamente, dipendono da un’alterazione della struttura anatomica delle tube di Falloppio.
Possono interferire anche recenti interventi pelvici, trattamenti per l’infertilità, l’età avanzata (35-40 anni) nonché l’endometriosi, le infezioni dell’apparato riproduttore dovute da gonorrea oppure clamidia.
Il rischio potrebbe essere accentuato da una precedente gravidanza extrauterina, da malattie sessualmente trasmissibili, da fecondazioni assistite, da concepimenti con spirale o dal fumo.
Come si effettua la diagnosi
Per diagnosticare una gravidanza extrauterina servono:
- Ecografia transvaginale per rilevare l’impianto al livello delle tube, oppure liquidi e sangue al livello addominale;
- Misurazione dei livelli dell’ormone Beta-hCG, prodotto dalla placenta. In una gravidanza normale i valori raddoppiano ogni 2-3 giorni fino al raggiungimento di 10000-20000 mIU/mL. Se ciò non dovesse accadere ed i livelli dovessero aumentare lentamente, con molte possibilità si può assistere ad un aborto spontaneo dovuto da una gravidanza extrauterina;
- Laparoscopia (una chirurgia minimamente invasiva che consente di ispezionare mediante un sondino ottico l’addome ed il bacino). Nella maggior parte dei casi con l’intervento è possibile rimuovere il feto dalle tube;
- Dilatazione e raschiamento.
Cura e terapia
Per salvare la madre è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico. Spesso molte donne chiedono di poter estrarre il feto ancora vivo dalla tuba ed impiantarlo correttamente all’interno dell’utero per favorirne l’accrescimento e portare a termine la gestazione. Sfortunatamente questa manovra non è fattibile.
Bisogna quindi procedere con delle terapie mirate che verranno attentamente valutate dal ginecologo in base ai sintomi, alle dimensioni del feto ed ai livelli dell’ormone beta hCG.
Le principali sono:
- Vigile attesa ovvero un monitoraggio costante, in attesa di un’evoluzione naturale della situazione. Nelle migliori delle ipotesi avviene una diminuzione dei livelli dell’ormone prodotto dalla placenta ed il sanguinamento vaginale con relativo dolore addominale di media intensità. Questa opzione va valutata attentamente dal ginecologo, perché i rischi di perdere una tuba potrebbero essere abbastanza alti.
- Aborto farmacologico. Qualora non si possa applicare la vigile attesa, si procede con farmaci che inducono all’aborto spontaneo. In genere il metodo viene scelto in assenza di sintomi, in presenza di valori di Beta-hCG inferiori a 20000, di una tuba integra, di assenza di sanguinamento, di scarsi battiti cardiaci del feto, di diametro della gravidanza ridotto. Per interrompere la gestazione viene somministrato il metotrexato che provvede alla distruzione dei tessuti della gravidanza e ne consente il riassorbimento da parte dell’organismo stesso. Questo tipo di intervento lascia di solito le tube aperte, ma il successo dipende strettamente dallo stadio complessivo della gravidanza. Il farmaco non provoca sintomi a lungo termine, ma per pochi istanti la donna può avvertire dolore addominale, malessere, vertigini, diarrea e fotosensibilità. È consigliabile astenersi dai rapporti sessuali non protetti per un periodo di almeno 3 mesi, per non danneggiare eventuali gravidanze future.
- Chirurgia ordinaria non invasiva o d’urgenza (in base ai casi) per la rimozione del feto prima che costituisca un serio pericolo per la salute della madre.
Considerazioni
Una gravidanza extrauterina è un evento traumatico per la donna. Al livello fisico non è facile sostenere un intervento ordinario o d’urgenza e delle cure farmacologiche.
Psicologicamente può causare sensi di colpa, rabbia e depressione. In questi casi è utile la vicinanza familiare ed il supporto di un gruppo di professionisti che possa fornire un adeguato sostegno morale.
Il tempo rimarginerà ogni ferita, anche la più profonda.
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