Frequenti e non sempre preoccupanti, il mal di pancia e i dolori addominali, in modo particolare nel primo trimestre, malgrado siano molto frequenti, mettono subito in allarme le future mamme.
Ogni piccola fitta al ventre fa istintivamente pensare che il bambino non stia bene. La preoccupazione, poi, fa inevitabilmente enfatizzare il dolore. In realtà non è sempre il caso di rivolgersi al medico.
Bisogna tener conto che durante la gravidanza aumenta il volume dell’utero, cosa che le donne sono abituate a percepire solo durante il ciclo. Inoltre, proprio questo aumento di voluminosità porta al conseguente assestamento di alcuni organi, come lo stomaco, che sono costretti a fare spazio all’utero.
Dolori alla pancia nel primo trimestre
Una fitta al ventre fa quasi sempre temere una minaccia d’aborto anche se i dati parlano chiaro: solo nel 18% delle gravidanze si verifica un aborto e sempre nelle entro la 12a settimana e, purtroppo, non è mai preceduto da sintomi così eclatanti perché anche le perdite di sangue si presentano quando la gravidanza è già interrotta.
Nel primo trimestre il mal di pancia è spesso sintomo di una causa ben più semplice, ovvero la stitichezza. Si tratta di dolori sparsi e laterali. Nel caso si può fare un piccolo clistere e aiutare il transito intestinale con una dieta ricca di fibre.
Se i dolori invece si fanno lancinanti e continui, accompagnati da emorragie è bene recarsi al pronto-soccorso perché potrebbero essere i sintomi di una gravidanza extra-uterina, ovvero quando il feto sia annida in una delle tube invece che nell’utero. Succede solo nell’1% dei casi ma è necessario intervenire perché potrebbe rompere una tuba e rendere pertanto necessario un intervento chirurgico.
Quando le fitte si verificano nel secondo trimestre
Nel secondo trimestre i mal di pancia non dovrebbero più essere motivo di notti insonni per le mamme in attesa. Queste, infatti, potranno notare che spesso i dolori al ventre si manifestano dopo essere state a lungo sedute o dopo aver portato pesi e aver camminato molto.
Sono i legamenti di sostegno all’utero che si adattano per sorreggerlo meglio. Nel caso però che il dolore non cessi nemmeno dopo essersi riposate allora è consigliabile confrontarsi con il medico. Nel secondo trimestre solo molto comuni gli episodi di coliche renali con dolori laterali che si espandono fino all’inguine e alla schiena.
Tra una fitta e l’altra possono esserci anche dei lungi momenti in cui il dolore scompare. Anche se si tratta di una colica renale non ci si deve allarmare, sarà sufficiente assumere un antispastico.
Nel terzo trimestre arrivano le contrazioni di Braxton-Hicks
Nel terzo trimestre le fitte alla pancia si possono quasi sempre attribuire alle contrazioni lievi e fisiologiche, dette di Braxton-Hicks. Impossibile confonderle con le vere e proprie contrazioni perché queste sono sporadiche e non ritmiche, oltre che meno dolorose.
Malgrado possa apparire strano il mal di pancia può essere anche dovuto al mal di schiena causato, a sua volta, dall’aumento del peso. L’osteopatia può essere di grande aiuto. Esistono appositi cerotti che applicati sulla cute alleviano il disturbo senza effetti collaterali né per la mamma e né per il nascituro.
Andare in piscina può essere un’altra utile alternativa, l’acqua infatti rende più leggero il proprio peso e permette alla colonna vertebrale di rilassarsi. Attenzione, però, se le contrazione si fanno continue in un’arco di un’ora e si hanno perdite di sangue è necessario recarsi con urgenza in ospedale. Potrebbe essere un parto pretermine.
Ciò che deve realmente preoccupare in qualunque fase della gravidanza sono le fitte lancinanti all’utero con emorragia: potrebbe essere in corso un distacco della placenta.
Non è quindi il caso di vivere con ansia ogni dolore di pancia ma il consiglio che possiamo dare ad ogni mamma in dolce attesa è di imparare ad ascoltare il proprio corpo. Lui non sbaglia mai, soprattutto in gravidanza
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