La mastite è una infiammazione del seno che provoca arrossamento, gonfiore e dolore ad un seno o a entrambi.
Presenta dei sintomi caratteristici e sopraggiunge spesso durante o al termine dell’allattamento.
In questo articolo vedremo cause e rimedi della mastite che sopraggiunge al termine dell’allattamento: la mastite puerperale.
Se non stai allattando e noti una qualsiasi modificazione estetica a uno e entrambi i seni, contatta il tuo medico per un controllo senologico, potrebbe essere un caso di mastite non puerperale.
Mastite e stasi del latte
E’ necessaria una precisazione, cioè la differenza tra mastite e la stasi del latte, perchè spesso le due situazioni vengono confuse.
La mastite vera e propria è una infezione causata da un batterio che si fa strada all’interno del seno attraverso una lesione.
La maggior parte delle volte compare dopo circa due settimane dall’inizio dell’allattamento in un seno che presenta una ragade, che fa da porta per l’ingresso di batteri dall’esterno.
Non inficia la qualità del latte o l’allattamento stesso, ma lo rende molto dolorosa.
La stasi del latte è una infiammazione del seno che sopraggiunge quando per svariate cause che andremo a vedere, si forma un ristagno di latte nei condotti che trasportano il latte fino al capezzolo.
Spesso la stasi del latte viene definita impropriamente mastite ad indicare una infiammazione del seno.
Sintomi della mastite/stasi del latte
I sintomi della mastite puerperale (post allattamento) possono essere da lievi a veramente debilitanti fino a provocare febbre alta e la necessità di prendere dei farmaci specifici.
Ai primi fastidi, cerca di seguire i consigli indicati più avanti per fare in modo che il processo infiammatorio duri il meno possibile e che non ti dia complicazioni.
I sintomi inizialmente sono lievi e si va da:
- dolore acuto vicino al seno;
- fastidio alla pressione;
- sensibilità allo sfioramento;
- dolore continuo anche senza pressione o sfioramento;
- rossore;
- gonfiore;
- febbre.
Cause della mastite/stasi del latte
Normalmente c’è sempre una causa scatenante. Conoscere le cause aiuta a prevenirla.
Stasi e Ingorgo mammario
Come avviene la produzione del latte? Ecco una semplice spiegazione.
Subito dopo il parto un ormone, chiamato prolattina, suggerisce al nostro organismo che il parto è avvenuto correttamente, e che deve mettere in atto tutti i meccanismi per la produzione del latte materno.
La produzione del latte farà seguito a diversi meccanismi ormonali.
Il seno, durante i mesi della gravidanza, ha sviluppato al suo interno una fitta rete di condotti, tipo labirinto, che producono il latte che terminano nel capezzolo.
La prolattina da il via alla produzione del latte che da questi condotti dovrebbe essere portato all’esterno dalla suzione del bambino.
La produzione del primo latte vero e proprio, detto montata lattea, può creare un ingorgo mammario se non rimosso per tempo
E’ la stessa situazione che si può presentare, se ad allattamento in corso, il latte prodotto non viene rimosso costantemente: in questo caso si parlerà di stasi del latte.
Al tatto la stasi del latte, quando prosegue per diverso tempo, la avverti come se avessi delle pietre all’interno del seno, vicino al capezzolo.
Questo può accadere in svariati casi che adesso vedremo nello specifico.
Errata alternanza dei seni tra le poppate
Che tu sia della scuola di pensiero che nella stessa poppata si debbano alternare i due seni, o usare lo stesso per un’intera poppata, l’importante è che il seno venga svuotato spesso.
In questo modo impedirai la stasi del latte nel condotto e la probabilità di scatenare una mastite.
Intervalli lunghi tra le poppate
Per gli stessi motivi elencati sopra, se fai trascorrere troppo tempo tra una poppata e l’altra rischi che il latte venga concentrato così tanto da creare, una stasi del latte nel condotto.
Per evitare questo fenomeno cerca di fare delle poppate più regolari possibile, e dove fossi impossibilitata ad allattare direttamente il bambino trova un luogo tranquillo, pulito e sereno dove utilizzare un tiralatte per far si che il latte non condensi.
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- Facile da pulire
Secondo il parere di molte mamme, tra cui anche io, i tiralatte più efficaci, veloci e delicati sono questi della Medela.
L’esperienza è ottima perché inizialmente le ventose fanno un lieve passaggio che poi gradatamente iniziano a mimare la suzione.
Molti altri, avranno un motore altrettanto potente, ma non la stessa delicatezza per cui l’esperienza finale risulta dolorosa e poco efficace in termini di produzione (più il latte viene tirato più ne viene prodotto)
Anchiloglossia
Un altro piccolo problema che può rendere difficile la suzione e lo svuotamento completo del seno è la anchiloglossia.
E’ un‘alterazione della cavità orale del bambino che impedisce la corretta suzione e quindi il completo svuotamento del seno.
Il controllo della bocca del bambino è una delle prime operazioni che si fanno alla nascita sui neonati, proprio per essere certi che la suzione possa avvenire correttamente.
Termine dell’allattamento
Una della cause più comuni della stasi del latte e conseguente infiammazione del seno, è il termine dell’allattamento.
Spesso quando si sceglie di non allattare più il proprio bambino, il ginecologo prescrive un farmaco capace di interrompere la produzione del latte.
In realtà, questo processo non è immediato. Per cui se non si agisce con delle manovre per allontanare il latte già formatosi si rischia una stasi del latte.
Ecco spiegato nel dettaglio come trattare una stasi del latte, a prescindere dalla scelta o meno di proseguire con l’allattamento.
Trattare la stasi del latte e proseguire l’allattamento
Quasi tutte le cause accennate sopra possono essere evitate. Il modo per farlo è svuotare spesso il seno.
In ogni caso, ai primi fastidi puoi agire prontamente nel modo in cui parleremo adesso, e riprendere l’allattamento senza problemi:
- Riscalda il seno per circa cinque minuti con dei panni caldi (non ustionanti) prima della poppata;
- Attacca di il bambino (o usa un tiralatte) e tienilo per dieci muniti fino a completo svuotamento del seno;
- Raffredda il seno con dei panni freschi, specie sulle parti prima dolenti.
Trattare la stasi del latte al termine dell’allattamento
Se hai deciso o hai la necessità di smettere di allattare, parlando con il tuo ginecologo ti sarà stato detto di assumere un farmaco che “non fa produrre” più il latte.
In realtà non è proprio così perchè il farmaco in questione, la cabergolina, impedisce alla prolattina (l’ormone che avevamo visto fa produrre latte) di avere effetto.
Quello che ci si aspetta da un farmaco del genere è che faccia riassorbire il latte già formato.
Impedire alla prolattina di avere effetto significa solo non produrre nuovo latte.
A volte può anche accadere che una piccola quantità di prolattina sfugga al controllo del farmaco.
L’effetto è che si riduce il latte prodotto ma non si annulla del tutto.
Capisci come è semplice, in questo caso che il latte si forma e ristagna, causando infiammazione, gonfiore, dolore, febbre e tutti quei sintomi visti sopra.
Per evitare tutto ciò, oltre ad assumere il farmaco secondo le indicazioni del medico puoi anche:
- Ad ogni doccia riscaldare il seno sotto un getto abbastanza caldo e fare un massaggio dal petto verso il capezzolo.
- Vedrai uscire del latte.
- Ripeti riscaldamento e massaggio almeno due volte al giorno e poi almeno una volta per i giorni a seguire.
Se preferisci puoi anche usare dei panni caldi anzichè la doccia per qualche minuto e ripetere la procedura del massaggio.
Ricorda di evitare di attaccare il bambino o l’uso del tiralatte perchè la suzione provoca il rilascio di prolattina e la nuova formazione del latte.
Andresti ad inficiare il meccanismo del farmaco.
Prevenzione dei fattori di rischio allo sviluppo di mastite/stasi
I fattori che predispongono alla mastite/stasi possono essere evitati avendo dei piccoli accorgimenti.
Evitare la formazione di ragadi
Un mese prima del parto e per tutti i primi tempi dell’allattamento rafforzare il capezzolo utilizzando un olio commestibile alle mandorle dolci o la vitamina E pura.
Entrambi rafforzano i capezzoli evitando che la suzione possa danneggiarli.
Usa indumenti in cotone non attillati
Usa dei reggiseni da allattamento di una misura superiore rispetto alla tua, quindi abbondanti. Meglio se in cotone bianco per che i tessuti colorati rilascino sulla tua pelle sostanze nocive al neonato.
La pressione dovuta ad indumenti attillati può causare infiammazione e l’uso di biancheria colorata potrebbe predisporre ad allergie.
Alterna diverse posizioni durante l’allattamento
Il seno della donna è diviso in quadranti che vengono svuotati in ordine diverso a seconda della posizione della bocca del bambino durante l’allattamento.
Alternare diverse posizioni, servirà per garantire il completo svuotamento.
Poppate più lunghe
Meglio anche una poppata più lunga nello stesso seno piuttosto che una breve alternanza dei due seni.
Questo garantisce sia lo svuotamento completo, e anche la stasi del latte che potrebbe provocare infiammazione e stasi del latte.
Segnali da non sottovalutare
Già al primo segnale di rossore o dolore al seno non esitare a contattare il medico.
Non interrompere l’allattamento, anzi la continuazione è indicata dai medici proprio per evitare che la mastite si trasformi in stasi e viceversa.
Terapia farmacologica per la mastite/stasi
Il primo farmaco che viene somministrato è il paracetamolo (tachipirina).
E’ un antiinfiammatorio, il cui eventuale passaggio nel latte materno non inficia la salute del bambino. E’ lo stesso unico farmaco che ti era concesso in gravidanza!
Il ginecologo, molto probabilmente, in caso di mastite ti prescriverà anche un antibiotico specifico.
E anche in questo caso, l’eventuale piccolo passaggio attraverso il latte materno non sarà un problema per la salute del bambino.
Se per il paracetamolo puoi decidere di assumerlo senza consultare il medico, così non è per l’antibiotico o per la cabergolina (visto prima per terminare la produzione del latte).
Questi ultimi due farmaci hanno bisogno del controllo da parte del medico e della prescrizione per l’acquisto in farmacia.
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